IL MAESTRO ARTIGIANO. La scuola di Pombia come ce la insegnano i bambini

Kuore. La scuola ai tempi di WhatsApp

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In questi anni assistiamo con tristezza a cosa sta succedendo alla scuola. Un “obitorio del sapere”, fatta di credenze ossificate e mummificate che imbrigliano docenti, genitori e alunni-cadaveri.  Una scuola reclusa in classi senz’aria, di corridoi “dove non si corre”, disinnescata di ogni potenza generativa. Un luogo in cui l’ infanzia è scippata a se stessa. A volte, l’impulso (lo dico anche come insegnante di un istituto professionale) è quello di usare il lanciafiamme. Distruggere l’impalcatura intellettualistica dei suoi contenuti e delle sue attività contro il “primato dei saperi cognitivi”, contro l’emarginazione sistematica e perversa delle facoltà intuitive e immaginative, delle curiosità, della potenza espressiva e creatrice del corpo e delle emozioni.

Certo, immaginare di poter descolarizzare in maniera totale è davvero utopico, e persino poco raccomandabile probabilmente. Ma qualcosa si può fare. Sappiamo che la scuola non ha bisogno di istruzioni, ma di esempi concreti, di idee inattese e…

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Counsellor, Parent trainer
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